Dott.ssa Rachele Falcone

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Gioco d’azzardo

“La vita sarebbe abbastanza divertente se non fosse per i suoi divertimenti”
Edward Bulwer-Lytton

La dipendenza da gioco o ludopatia, è un disturbo sempre più dilagante basato sul piacere di tipo compulsivo dato da una graduale incapacità di autolimitarsi in cui la persona trae piacere dall’atto del giocare. La malattia si insinua silenziosamente, è trasversale in ogni ceto sociale e può colpire chiunque, uomo, donna, adolescente o anziano.

Dipendente da gioco

Si possono individuare principalmente due tipologie di giocatori: coloro che sono attratti da quei tipi di giochi in cui l’ingrediente magico, es. la fortuna, creano l’illusione di poter guadagnare facilmente soldi o recuperare tutto quello che si è perso (gratta e vinci, lotto o lotterie varie, slot machine) e coloro che traggono piacere nel dimostrare la loro abilità tecnica (giocare a carte) o le loro capacità strategiche in complicati quanto improbabili calcoli statistici con scommesse sportive di vario genere (calcio, cavalli…).

In ogni caso l’elemento su cui si regge la ludopatia è il trarre piacere e provare forti emozioni da queste attività al punto da non poterne più fare a meno.

In genere le persone che hanno questo disturbo tralasciano tutti gli altri ambiti della propria vita: famiglia, lavoro, stabilità economica, fino a giungere ad indebitarsi e a rimanere soli, pur di potersi concedere il piacere del gioco. Anche il fatto che accumulano perdite consistenti non blocca la voglia di tentare e ritentare (compulsivamente), perché il giocatore patologico è fermamente convinto che prima o poi vi sarà la vincita. Le perdite paradossalmente aumentano l’eccitazione per la ricerca della vincita.

Molto spesso il giocatore non si rende effettivamente conto di essere intrappolato in un vero disturbo ossessivo compulsivo e pensa di averne il controllo e di poter smettere quando vuole, di poter recuperare quanto ha perso, sia economicamente che socialmente. Il giocatore, come un drogato, sa mentire a se stesso e agli altri in maniera impeccabile, e diventa nervosissimo spesso nei confronti dei familiari o di chiunque lo voglia distogliere dalla sua attività.

In questo perverso gioco al massacro, quando finalmente si paventa la consapevolezza della dipendenza, la persona entra in ansia e nel casi più strutturati si configura un quadro clinico di tipo depressivo.

Quando, a causa delle catastrofi economiche conseguenti a tale comportamento reiterato nel tempo, finalmente la persona comprende di essere dipendente e quindi schiavo di una situazione ormai ingestibile, chiede aiuto, anche se sempre più spesso la richiesta di aiuto terapeutico avviene su consiglio e spinta dei familiari.

Nella dipendenza da gioco, con la Terapia Strategica Breve, si interviene con tecniche ben consolidate e forti ristrutturazioni del sistema cognitivo per permettere al paziente di acquisire la consapevolezza del funzionamento del problema. Con l’utilizzo di stratagemmi terapeutici, si va a ribaltare la condizione di dipendenza dal gioco, sottraendo alla compulsione la piacevolezza su cui si regge il disturbo, facendola collassare su se stessa. Si ottiene così, attraverso il recupero delle risorse personali la ristrutturazione cognitiva e il ri-orientamento verso uno stile di vita più funzionale.


La psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Rachele Falcone, opera nelle città di Foggia, Termoli, Apricena e San Severo e tratta le tematiche relative al gioco d’azzardo patologico.

La psicoterapia breve strategica adotta delle particolari modalità di intervento che forniscono strumenti concreti e risultati tangibili in poche sedute. Chi fosse interessato, mi contatti in uno dei modi descritti nell’apposita pagina contattami.

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